29/07/08

Il cavaliere oscuro

Batman è forse l'eroe dei fumetti più rappresentato e rivisitato al cinema insieme a Superman, ma sicuramente uno dei più affascinanti per il suo alone di maledettismo che si porta sulle spalle e che il finale stesso ci rammenta, dimostrandoci come per lo stesso non vi sia possibilità alcuna di redenzione, costretto a lottare per sempre con il proprio Io e con la propria maschera di essere ambiguo e dannato.
Nolan nel rifondare il mito di Batman si è allontanato dalla visione gotica di Burton (per ora la trasposizione migliore e più interessante del nostro eroe) e da quella sempre più virata verso un'estetica Camp, ma dispiace dirlo, priva di vero spessore contenutistico, nonostante qualche villain in grado di rubare la scena al protagonista, di Schumacher, per offrirci sì una visione cupa del personaggio ma meno fumettistica per certi versi.
Si pensi alla stessa Gotham City ora più che mai luminosa e aerea nonostante alcune sequenze notturne di un certo impatto, ma si nota come lo sguardo di Nolan si sia dispiegato su spazi molto più estesi in cui perdersi e Batman stesso pare non riuscire del tutto a ritrovarsi, combattuto tra l'amore per Rachel (Maggie Gyllenhaal) e la ricerca di un nuovo paladino che possa prendere il suo posto e lottare per la giustizia in maniera conforme alla legge.
Nolan opera un discorso politico ed etico sulla giustizia, sull'esigenza americana di una figura forte di riferimento che li possa guidare verso un nuovo futuro di pace, aspetto oggi più che mai presente nella campagna elettorale americana, ma il percorso non appare così semplice da compiere e lo dimostra lo stesso Joker (Heat Ledger), figura emblematica del caos contemporaneo, della follia immotivata ed inspiegata della società, che si pone come contraltare mascherato e nemesi ora più che mai del Cavaliere oscuro.
Joker ruba la scena al protagonista e rimane la figura di maggiore resa e fascino sullo schermo per l'irrazionalità totale che lo contraddistingue, rendendolo promotore e motore della corruzione dell'animo dei simboli e degli dei scelti dalla società stessa, in questo caso incarnata dalla città di Gotham.
Un film lungo per necessità, forse, di esplicare attraverso vari colpi di scena le contraddizioni e le paure di un mondo contemporaneo che cerca nuove figure di riferimento per salvare se stesso dai propri fantasmi e che forse tra quegli stessi potrebbe ritrovare il proprio salvatore, ma sarebbe un compromesso inaccettabile e pertanto è più facile scacciare fuori dalle mura il capro espiatorio e lasciarlo vagare nel deserto, piuttosto che cominciare a lavorare sulle proprie coscienze e i propri errori.

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