
Da una parte il braccio armato, che in Baader rischia di limitarsi ad un giovane dedito all'alcool e alle droghe leggere, dall'altra l'ideologia, che sembra perdersi in meri proclami verbali, sintetizzati da un montaggio efficace nello scandire un decennio di lotta armata, per poi rallentare e presentarci la generazione successiva del movimento, pronta a proseguire una guerra che non da meno appare radicata nel tessuto sociale e difficile da estirpare.
Non viè affatto uno sguardo benevolo o compiaciuto nei confronti della RAF o una presa di posizione nettamente contraria e non si può neppure dire che sia una visione di comodo e vigliacca, semplicemente ci viene fornito un resoconto di quegli anni, per quanto stringato e succinto, ma traspare comunque il senso di disagio e di difficoltà di cambiamento e superamento della Colpa dello sterminio ebraico e la volontà di rinascita attraverso le Olimpiadi di Monaco, con gli esiti che ben si conoscono. Sicuramente un documento utile per ripartire da un periodo che spesso si fatica ad affrontare e a studiare, per comprenderne a fondo le cause e i motivi.
Edel non si compiace della propria rappresentazione ed è molto secco nella sua chiusura di una vicenda che non lascia nessuna soddisfazione, ma sicuramente molti interrogativi e che inevitabilmente creerà polemiche ideologiche, che questo film sembra invece voler rifiutare con il proprio sguardo asettico e distaccato su un movimento che ha creato i suoi epigoni, seppur con differenti connotazioni, ma sicuramente sintomo di un periodo di smarrimento e crisi post sessantottina.
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