La trasferta americana di Pegg e Frost non convince come altre loro opere prettamente inglesi.
Non manca l'umorismo e una evidente critica di fondo ad alcuni aspetti della cultura americana, ma il risultato finale appare leggermente appannato e meno incisivo, con esiti piuttosto banali e scontati. Il risultato finale, per quanto riguarda l'Italia, appare ancor più debole a causa dal doppiaggio che vede la voce di Elio delle Storie Tese quale enunciante per l'alieno protagonista del film, che banalizza e acuisce una certa scontata volgarità dello strambo Paul.
Pegg e Frost si divertono a giocare con stereotipi e luoghi comuni del genere fantascientifico, con una scena iniziale apparentemente calata in un contesto di fantascienza, che si percepisce subito denunciare la propria estraneità e falsità immaginifica, poiché subito contestualizzata all'interno del Comi-Con di San Diego, luogo deputato per gli amanti del genere fumetto e fantascienza in genere, attorno al quale si dipartono i riferimenti culturali che tanto amano i nostri autori e che li hanno spesso caratterizzati come dei nerd di successo, intelligentemente divertenti e sagaci, qui forse un po' meno, ma per colpa di alcuni aspetti narrativi che forse in altre mani avrebbero avuto esiti più conformi al loro stile ed umorismo britannico.
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