14/05/13

Omen: Il presagio

Nonostante un'abile operazione di marketing pubblicitario volta a creare un'aspettativa nei confronti del remake di Omen, giocato sulla numerologia biblica, questo rifacimento si dimostra come una decalcomania riaggiornata ai nostri tempi di un classico del cinema horror.
In primis, c'è da rilevare la scelta di puntare su un contesto ecclesiastico più marcato ed esplicito, in cui la Chiesa viene, come sempre in ambito cinematografico, fotografata con toni chiaroscurali volti ad accentuarne gli aspetti misteriosi e arcani piuttosto che sacrali, evidenziando tutta una serie di segnali e accadimenti degli ultimi anni della nostra storia, in grado di mandare in brodo di giuggiole apocalittici e complottisti, nonché fedeli spettatori di Voyager e Mistero.
Per il resto, il film procede per la sua strada con sicurezza, convinto delle proprie capacità narrative, che non si distanziano da quelle dell'originale e forte di un cast di attori che dovrebbe garantirgli qualità e successo di pubblico.
Eppure ci si chiede alla fine il perché di questo remake, visto che il suo antesignano a suo modo aveva saputo creare un'atmosfera, un disagio, nonché una paura tali da entrare a far parte dell’immaginario cinematografico e creare dei seguiti anche apocrifi.
Seppur girato con effetti speciali che dimostrano una migliore qualità rispetto al suo predecessore, nulla pare aggiungere questo film al precedente, se non per una contestualizzazione maggiore della storia in ambito Vaticano e laziale e per la bambinaia interpretata da Mia Farrow, che di bambini satanici ne sa qualcosa dai tempi di Rosemary's Baby.
Ebbene, questa nuova messa in scena dimostra anche da questi dettagli come si tratti di un'operazione evocativa, che vive del riflesso di altre opere ed immagini retiniche che dovrebbero legittimarne l'esistenza e la qualità, soprattutto nei confronti di coloro che hanno apprezzato il predecessore.
Operazione rischiosa come esito, ma che potrebbe invero accattivare ed attirare, come spesso tentano di fare i remake di questo tipo, quegli spettatori che non subiscono il fascino del passato e che abbisognano di prodotti freschi ed aggiornati ai loro tempi, prodotti da consumare voracemente e poi scartare per passare al prossimo remake.

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