10/06/13

Una notte da leoni 3

Capitolo conclusivo (?) della saga del gruppo di amici smemorati e ubriachi costretti a ricostruire ogni volta una memoria annebbiata da alcool e altre sostanze poco lecite,  affidata alla verve di Zach Galifianakis, ormai legato a doppio filo a ruoli di questo tipo (vedi il meno noto Parto con il folle), che gli hanno garantito il successo e il ruolo di mattatore in questo nuovo episodio della serie.
Il film di Todd Phillips tenta di ritrovare non solo il successo, ma anche gli esiti comici, tanto apprezzati da pubblico e critica, del primo capitolo.
Eppure si avverte come, con una certa evidenza, la formula del viaggio a ritroso nella memoria perduta a causa del blackout alcolico, ceda il posto ad un percorso apparentemente lineare di avanzamento e non più di riavvolgimento del nastro mentale, mostrando comunque i limiti di un formula che già al secondo capitolo si era rivelata debole e stantia e che in questo caso, nel suo tentativo di rinnovamento dell'alchimia del successo, non riesce del tutto a ricreare quei meccanismi di sceneggiatura che tanto erano stati apprezzati nel film d'esordio.
Esauriti gli addii al celibato, i nostri eroi, infatti, si ritrovano a dover fare i conti con il proprio passato e con le conseguenze che lo stesso ha determinato sul loro presente e che potrebbero minare il loro futuro.
Nonostante gli spunti di divertimento ed ironia politicamente scorretta, il film denota aspetti che sembrerebbero condurlo verso altri registri narrativi, in parte più drammatici, mantenendo però i toni della commedia rassicurante e spensierata.
Nel fare ciò, sceneggiatori e regista si vedono costretti a dover insufflare nei personaggi spiegazioni verbose e pleonastiche avallate da immagini di flashback decisamente poco funzionali al ritmo del racconto, per giustificare un nuovo percorso narrativo ma con il risultato di risultare piuttosto statico seppur non manchino scene d'azione e pericoli per i suoi eroi.
Come si diceva all'inizio il vero protagonista è Galifianakis, unico personaggio necessitante a quanto pare di un mutamento e di un'apparente percorso di maturazione, di cui gli altri non sembrano urgere, tanto da risultare semplici comprimari utili a consentirgli di reggere la scena e di farla da padrone assoluto insieme al suo alter ego orientale.
Alla fine sorge il sospetto, già evidente nel secondo capitolo che non vi fosse la necessità di andare oltre con questa storia, ma si sa come funzionano le regole del successo cinematografico e se non vi è alle spalle un vero progetto o una visione d'insieme, difficilmente il seguito o i seguiti potranno essere opere memorabili, come il capostipite.

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