L'esordio di Polanski alla regia dimostra subito le potenzialità dell'autore polacco e della sua predisposizione agli spazi chiusi ed opprimenti, quale teatro ideale per rappresentarvi vicende angoscianti in cui la psicologia dei personaggi viene in risalto in tutta la sua fragilità interiore.
Il coltello nell'acqua introduce senza mezzi termini i protagonisti della vicenda rivelandone immediatamente le tensioni e i rapporti di forza e gerarchici che vengono a crearsi, in cui subito si contrappongono le due figure maschili dell'uomo maturo e affermato dedito all'osservazione di regole e principi predeterminati, come dimostra la sua stessa conduzione della barca, che li accompagnerà durante il loro tour sul lago, ed il giovane vagabondo apparentemente svincolato da schemi ordinatori, ma in realtà figura in potenza e in prossimo divenire del suo avversario. I due protagonisti maschili sono facce di una stessa medaglia, di un pensiero borghese da cui la donna silente e apparentemente sottomessa e distante si sente in verità attratta, compiendo una scelta che alla fine la porterà a riconoscere la coincidenza umana ed ideale dei due aitanti uomini. Essa stessa come il coltello usato dal giovane costituisce l'oggetto non dichiarato di un desiderio di possesso e di rivalsa che contrappone i due protagonisti in una sfida continua, estenuante, sino al momento fatidico che Polanski risolve in maniera affatto banale, dimostrando una capacità di scrittura, coadiuvata dal futuro regista Skolimowski, raffinata e chirurgica nello scomporre un quadro umano e sociale definito, grazie all'impiego di uno spazio chiuso in cui il tempo pare sospendersi e rendere la vicenda ancor più tesa e misteriosa, nell'attesa progressiva di uno scontro che contrapporrà a viso aperto i due uomini, per poi concludersi nell'angusto abitacolo dell'auto in cui avevamo incontrato la nostra coppia iniziale, persa nei propri dubbi e forse mutata nelle proprie aspettative di vita, ma questo a Polanski non interessa e se ne allontana osservando da lontano il veicolo, metaforicamente sospeso tra un bivio stradale quale crocicchio esistenziale della coppia stessa.
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