10/07/10

Il compleanno

Spesso e volentieri la critica nel giustificare un certo gusto barocco ed esteticamente stucchevole, si trincera dietro la categoria giustificatrice del Melò, come una sorta di clausola di garanzia che dovrebbe respingere ogni possibile critica o dissenso come quella del sottoscritto, che vedendo simili opere, incasellate nel suddetto genere, si domanda se abbia qualche problema o diffidenza verso il Melò, e forse è così, ma se penso ad altri autori che si sono fatti promotori e maestri del genere, mi rispondo che non è vero e che il Melò mi piace, quando riesce a trasmettermi delle emozioni che non mi facciano scattare quell'ironia e inevitabile sorriso critico, e anche un po' snob, di fronte a certi estetismi che rischiano di ridicolizzare o comunque di rovinare il buon lavoro fatto sino a quel momento.
Perché bisogna proprio dirlo, il film di Filiberti parte bene, ha un suo equilibrio, un suo brio, una capacità di rappresentazione del quotidiano credibile, che funziona e che trasmette la sensazione e l'idea di assistere finalmente ad una scrittura ed una recitazione che non sono posticce o fuori parte, ma poi con il procedere della vicenda Filiberti tende ad estetizzare, a voler citare Fassbinder e Visconti, ma evidenziandone il semplice lato estetico, non riuscendo a restituercene anche l'aspetto contenutitstico. E' sempre rischioso citare i maestri, perché scatta quell'operazione nostalgia che comporta la percezione di un'incapacità a sapersi davvero svincolare dal passato, pur avendone appreso l'ottima lezione, senza per questo rinnovarsi o dimostrarsi all'altezza delle proprie velleità.
Un'occasione mancata per una storia che ha il suo pregio nel raccontare una tematica, che comunque per il cinema italiano rimane spesso un tabù e che ci dimostra come Massimo Poggio sia attore bello e sensibile nella sua recitazione, in un ruolo non facile e per questo gli si deve dare atto della sua bravura, mentre dispiace constatare come la Medeiros risulti fastidiosamente lagnosa ed insopportabile, pur essendo attrice stimata e pure regista, ma inevitabilmente relegata a ruoli, che mi spingono a desiderarne ogni volta l'eliminazione sullo schermo cinematografico.

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