25/08/10

Il giardino delle streghe

Seguito de Il bacio della pantera vede l'esordio alla regia di Robert Wise, subentrato dietro la m.d.p. a Gunther Von Fritsch, il film seppur prometta inizialmente una sorta di continuazione ideale con il precedente lavoro di Tourner, in cui riemergono elementi fantastici della primigenia vicenda, progressivamente prende una piega diversa e la presenza di Simone Simon quale elemento preponderante di collegamento con il primo film non è che un pretesto e quanto riguardava gli uomini gatto svanisce per assumere i toni di un romanzo psicologico sull'infanzia, sulla solitudine, sul rapporto padri/madri/figli, con toni consolatori, nonostante le atmosfere e le sfumature di mistero che mantengono una sorta di attesa che rimane alla fine inespressa e addomesticata.
Un film curioso e affascinante che non mantiene ciò che promette per chi si aspettasse una sorta di prosecuzione del discorso iniziato con il primo film, ma che può sicuramente ammaliare e incuriosire per le atmosfere, nonostante una deriva buonista che ammansisce una storia che avrebbe offerto ottimi spunti di mistero e paura strisciante, da cui si evince l'inevitabile passaggio di consegne tra un regista e l'altro, pertanto si rinvia per simili aspettative alla prima opera di Tourner, anch'essa frutto della produzione di Val Lewton, che ad ogni modo vi impone il suo stile inconfondibile che segnò un periodo felice del cinema del mistero.

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