13/04/12

Oss 117 - Le Caire nid d'espions

La fascinazione per un immaginario di stampo vintage appare evidente nello stile rappresentativo di Hazanavicius già da questa sua opera precedente e sconosciuta al grande pubblico, in cui il regista di The Artist recupera una figura spionistica che aveva rappresentato uno degli archetipi di quel cinema epigono del genere, ma di serie decisamente inferiore, apprezzato da un pubblico teso al recupero di un cinema artigianale piuttosto ingenuo nei suoi intenti.
Quello che però si fa apprezzare in quest'opera precedente, fortunata in patria, tanto da generare un secondo capitolo, dimostra di non prendersi sul serio e di riuscire a giocare con brillante ironia nei confronti di una figura che incarnerebbe un modello maschile piutttosto macho e maschilista ed il personaggio interpretato da Doujardin esaspera effettivamente questi aspetti ,che fanno sorridere per l'ingenuità di fondo del personaggio, la cui virilità viene spesso messa in dubbio dalle vicende in cui viene calato, appalesando quella latenza omosessuale che, se altrove era ben lontana dall'essere presente in simili opere, qui diviene l'elemento persistente insieme ad una vicenda dai tratti spionistici, che pare quasi pretestuosa per dare spazio ai toni di un commedia che nella sua ricostruzione dei colori e degli ambienti appare filologicamente corretta.

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