01/12/10

Porco Rosso

Il recupero costante e progressivo del cinema di Miyazaki, cui si sta assistendo in questi ultimi tempi, è un'operazione decisamente apprezzabile e necessaria, che dimostra come il cinema d'animazione non debba per forza essere considerato oggetto di fruizione solamente infantile, per quanto lo stesso venga relegato come tale.
Non siamo di fronte ad un semplice autore di Anime per appassionati del genere, ma ad un regista capace di raccontare storie che attraverso la sua fantasia riescono a trasmettere messaggi e segni non banali, che sicuramente un pubblico adulto può riuscire ad apprezzare e comprendere appieno e che appartiene all'infanzia di molti di noi.
L'ambientazione storica e geografica del film dimostrano come il regista nipponico ami il volo e l'Italia, restituendoci immagini in parte ideali, ma in parte fedeli di un momento, quello dell'ascesa e consolidamento del Fascismo, che costituiscono per l'autore uno spunto critico verso le derive e le aberrazioni sociali di cui spesso siamo stati capaci e in cui tutt'ora potremmo incappare, per la nostra natura stessa di individui.
La figura teriomorfa del protagonista richiama, come anche altri elementi presenti nel film, molti aspetti ed elementi narrativi tipici del regista, che creano un filo conduttore costante ed una cifra stilistica precisa e riconoscibile dello stesso. Anche la scelta di un'animazione ancora capace di basarsi sull'impiego del disegno manuale rispetto alla computer grafica o al 3D imperante, dimostrano non un atteggiamento retrogrado o antidiluviano, come molti potrebbero definirlo alla luce dei progressi della tecnologia, ma in realtà un amore ed un rispetto per la propria arte e la fiducia nel lavoro umano che contraddistingue le sue opere.
Miyazaki, ancora una volta, dissemina il racconto di riferimenti storici e geografici precisi, in cui si apprezza una ricostruzione quasi sironiana della Milano del tempo e i suoi Navigli, quali canali di comunicazione e di lavoro fondamentali per la città di quel tempo.
Porco Rosso potrebbe apparire come un'opera molto personale per il regista, in realtà come altri suoi lavori ci aiuta a sognare e ad amare i luoghi e i personaggi dallo stesso rappresentati e trasmette messaggi critici sottili allo spettatore, attraverso vicende in cui tutto, anche i cattivi sembrano sfumati e sfumare, come e quasi sempre nelle sue storie, salvo alcune eccezioni in cui il male viene definito con maggiore nettezza. Ulteriore caratteristica che denota la grande sensibilità del regista è la sua accortezza e delicatezza nel delineare i rapporti affettivi tra i personaggi maschili e femminili, in cui tutto rimane sospeso e accennato con rispetto, riuscendo a fotografare meglio di molti altri registi nuance emotive che spesso scivolano nel banale.
Porco Rosso, come il Barone Rosso, asso dell'aviazione è anch'egli un pilota solitario e come tale individuo che rifugge la compagnia umana, se non per rare e necessarie occasioni, sempre in volo tra le nubi, condizione quella del volo di un senso di libertà assoluta svincolata da ogni costrizione sociale ed umana, stante poi la propria condizione animale che lo distingue ulteriormente dal resto dell'umanità e anche con un certo vanto, alla luce del periodo storico in cui si ritrova a vivere e combattere per la propria sopravvivenza e per l'onore delle donne da lui amate, seppur con quel distacco di un personaggio libero come il vento che sostiene le ali del suo aeroplano.

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