Brenda Blethyn dopo Segreti e bugie di Mike Leigh è diventata forse una delle attrici britanniche più apprezzate e capaci di passare attraverso vari ruoli con apparente nonchalance e si cala in un ruolo e in una storia che avrebbe potuto comportare trappole retoriche inevitabili, ma si può dire che la vicenda rappresentata dal regista Bouchareb, grazie ad una semplicità ed asciuttezza dei dialoghi, in cui sono i piccoli gesti e gli sguardi a definire la vicenda, dimostra come due culture possano incontrarsi anche in un momento difficile e drammatico come quello degli attacchi terroristici del 2005 a Londra, già così lontani eppure così vicini nella memoria delle nostre paure.
L'apparente distanza culturale e quella fisicamente geografica dei protagonisti vengono colmate dalla ricerca comune dei figli scomparsi, presunte vittime dei suddetti attacchi, avvenuti proprio in una città multietnica come Londra, in cui le generazioni di immigrati sono già consolidate da tempo e questo rende ancor più inspiegabile l'esito nefasto che essi hanno avuto, sino a suscitare dubbi anche al protagonista maschile sulla natura umana di un figlio mai conosciuto, perché lasciato in tenera età ed una madre che come ogni madre, giustamente, si sente in dovere di sapere dove sua figlia possa essere.
L'amore sicuramente è il collante che supera le divergenze e anche il dolore della perdita, è ciò che può accomunare e aiutare a comprendere e forse comprendersi, anche se non sempre può sembrare o apparire così facile, come questo film vorrebbe dimostrarci, ma in fondo è giusto anche sperare e pensare che si possano superare con un po' di buon senso e intelligenza pregiudizi che appaiono ormai macchiette con cui oggigiorno dobbiamo ancora fare i conti, per nostra ignoranza più o meno incolpevole.
Nessun commento:
Posta un commento