27/12/11

Essi vivono

Dietro la parvenza di un semplice B-Movie Carpenter cela, come ci insegna il suo protagonista, ben altra realtà e messaggio. Uno dei film più politici del regista, che attraverso un film di genere, semplice ma efficace, dimostra ancor di più l'attualità del suo messaggio.
Se il film è collocabile nel periodo del pieno fulgore reaganiano, della crisi economica e lavorativa del tempo, non si può non pensare all'attualità, all'idea, rivelataci da uno dei personaggi coinvolti nel grande complotto, della inevitabile infiltrazione all'interno della società e degli ambiti di potere di figure aliene, mascherate da persone perbene, con volti presentabili, ma con messaggi subliminali sempre pronti ed efficaci nello stordire le menti umane.
Ovvio che gli strumenti principe di questa campagna di inschiavimento persitente e costante, nonché subdolo, siano la televisione e la pubblicità, celanti messaggi subliminali, che solo pochi sono in grado di percepire veramente e la verità è davvero scomoda e sconvolgente per il nostro proletario protagonista, deciso a reagire, dopo aver creduto e confidato ciecamente nel sistema americano.
Curioso come il disvelamento avvenga mediante un'apparente chiesa, che dietro un sacerdote cieco, ma dalla vista più lunga di molti altri cosiddetti vedenti, cela un movimento di ribellione cui il nostro protagonista suo malgrado aderirà, prima come combattente solitario e poi in gruppo, anche se la sua missione e la sua ricerca di rivalsa contro un sistema ormai immarcescito saranno quasi disperate.
Carpenter sembra volerci fornire una speranza, una possibilità di risveglio dal torpore della mente, in un finale decisamente ironico come il suo stesso film, che sfrutta un ex lottatore di wrestling come Roddy Piper, e lo si vede chiaramente in una lunga sequenza di lotta, apparentemente gratuita nel contesto narrativo, quale emblema di una working class alla ricerca di una riscossa contro la classe dei colletti bianchi, ormai legata a braccetto con gli sfruttatori di un altro mondo, ma che in fondo non sono altro che zombie romeriani evoluti ed intelligenti, pronti a fagocitarci in maniera ben più subdola e silenziosa.
Il film di Carpenter sottopone allo spettaotre un discorso molto politico basato sull'idea stessa della visione e della percezione, mettendo in dubbio il medium stesso e il messaggio che ne scaturisce, attraverso filtri che consentano di comprendere ciò che è invisibile agli occhi pur essendo alla portata di tutti, ma ben nascosto.
Non a caso il protagonista scoprirà la verità attraverso degli occhiali da sole speciali, strumento per riparare dalla luce, quindi cercando nel buoi, tra le sue pieghe la verità di quello che a prima vista appare come ordinario e consueto, ma tale non è.
Rivedendo questo film appare sempre scontata e in questo momento più che mai inevitabile la domanda se anche noi saremo in grado di risvegliare le nostre coscienze, se da qualche parte avremo a disposizione un paio di occhiali in grado di disvelarci ciò che non riusciamo più a vedere con i nostri occhi. Intanto loro vivono e noi dormiamo come ci ricorda il buon Carpenter...

1 commento:

www.morpheusego.it ha detto...

Divino Carpenter!!!!!
Questo film è ancor oggi innovativo.