19/08/13

Ecce Bombo

Il secondo film di Moretti, il primo a godere di un'operazione di recupero a distanza di anni nelle sale cinematografiche, è il ritratto più azzeccato di una generazione ormai lontana, ma anche un modo per il regista di raccontare storie di solitudine, alternando momenti di ironia e una recitazione dimessa che ne hanno costituito parte della propria cifra stilistica.
Molte delle espressioni utilizzate dai personaggi del film sono divenute, come spesso è successo anche in seguito nel cinema di Moretti, fulminanti e sagaci modi di dire, in grado di fotografare criticamente certi vezzi umani e sociali su cui il regista ha saputo ironizzare, seppur rendendosi odiato e odioso a molti esponenti della sua stessa corrente politica.
Il personaggio di Michele Apicella è un ideale alter ego che Moretti accompagnerà e che lo accompagnerà nel corso del suo cinema e dei suoi film, sino al primo passaggio di svolta costituito dall'osannato Caro diario.
Ecce Bombo, quale storpiatura ironica e salace dell'emblematico Ecce Homo, dimostra la propria forza espressiva di descrizione di figurine umane che si avvoltolano su se stesse, incapaci di andare oltre schemi e idiosincrasie, che il personaggio di Michele pare catalizzare ed esasperare in maniera quasi parossistica, salvo regalare al proprio alter ego una capacità di superamento apparente del proprio egocentrismo, che però rimane vincolato ad una inettitudine comunicativa, che si intravede non solo all'interno del nucleo familiare di partenza, ma anche nei rapporti affettivi ed amicali dallo stesso instaurati con scarso profitto.
Incomunicabilità, quella dei giovani cui Moretti stesso appartiene in quel tempo e da cui sembra volersi distanziare, che trova la sua ironica rappresentazione anche nei monologhi telefonici dei vari ascoltatori radiofonici, che nel rivolgersi alle proprie trasmissioni di riferimento, riversano assurde teorie e visioni sociali e politiche, da cui traspare una necessità di comunicazione, che però sembra non trovare un sufficiente ascolto dall'altra parte del filo, accentuando quel senso di solitudine di cui è ammantato tutto il film e le opere successive di Moretti.

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