Nonostante si abbia a che fare con un film che punta al successo assicurato grazie ad un impiego massiccio di effetti speciali, il risultato va al di là della superficie del mero giocattolo visivo, proponendo un film che pare riuscire a raccontare una storia con parvenza di senso compiuto e giusta tensione adrenalinica, a parte certe inevitabili sovrabbondanze diegetiche, il cui taglio tornerebbe utile per focalizzare meglio aspetti più importanti della vicenda.
Sarà forse la mano di Spielberg, seppur in veste di mero produttore, ad essere intervenuta beneficamente una volta tanto, ricreando nuovi incontri ravvicinati, ma meno pacifici del passato, in cui il novello E.T. ha le sembianze di un'auto sportiva che nella sua autonomia meccanica, pare rammentare la Christine del romanzo di Stephen King, ma con intenti per fortuna più pacifici.
E' in queste sequenze che il film di Bay dimostra di saper raccontare qualcosa con il giusto spirito emotivo, senza far apparire tutto scontato, come comprova la sequenza iniziale, in grado di centellinare il senso del pericolo, citando Lo squalo di Spielberg ora trasfigurato nelle fattezze robotiche di uno scorpione che nuota nel mare di sabbia, come allora faceva il tenace mammifero nell'oceano per attaccare a sorpresa le proprie prede.
Film godibile che sa anche ironizzare sui suoi protagonisti creando simpatiche scenette comiche, nonostante qualche caduta di stile inevitabile e una certa retorica di fondo tipica del cinema di Spielberg, che viene però risollevata dagli altri due finali nascosti nei titoli di coda, che presagiscono già un sicuro seguito e una sagacia che giova sempre come antidoto all'ampollosità di certi semplicistici messaggi patriottici.
Sarà forse la mano di Spielberg, seppur in veste di mero produttore, ad essere intervenuta beneficamente una volta tanto, ricreando nuovi incontri ravvicinati, ma meno pacifici del passato, in cui il novello E.T. ha le sembianze di un'auto sportiva che nella sua autonomia meccanica, pare rammentare la Christine del romanzo di Stephen King, ma con intenti per fortuna più pacifici.
E' in queste sequenze che il film di Bay dimostra di saper raccontare qualcosa con il giusto spirito emotivo, senza far apparire tutto scontato, come comprova la sequenza iniziale, in grado di centellinare il senso del pericolo, citando Lo squalo di Spielberg ora trasfigurato nelle fattezze robotiche di uno scorpione che nuota nel mare di sabbia, come allora faceva il tenace mammifero nell'oceano per attaccare a sorpresa le proprie prede.
Film godibile che sa anche ironizzare sui suoi protagonisti creando simpatiche scenette comiche, nonostante qualche caduta di stile inevitabile e una certa retorica di fondo tipica del cinema di Spielberg, che viene però risollevata dagli altri due finali nascosti nei titoli di coda, che presagiscono già un sicuro seguito e una sagacia che giova sempre come antidoto all'ampollosità di certi semplicistici messaggi patriottici.
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