10/03/09

Watchmen

Forse i fan del fumetto rimarranno delusi da questa trasposizione cinematografica dell'opera di Moore, il quale è uno specialista nel creare ucronie in cui immergere personaggi e storie stratificate come il testo di partenza, di cui non era facile la traduzione per immagini, tanto da ritardarne la realizzazione e metterlo infine nelle mani di Snyder regista del fortunato 300, anch'esso tratto da un fumetto, ma di Miller.
Snyder rimane apparentemente fedele al testo di base nella iconografia e nei dialoghi, ma per quanto accattivanti le immagini, soprattutto nei titoli di testa che restituiscono una forte tridimensionalità alla consueta bidimensionalità del cinema e che ripercorrono il percorso storico di un gruppo di paladini della giustizia dotati di forza notevole e volontà di legalità, che presto evidenziano tutti i loro limiti umani e le loro idiosincrasie, facendo emergere un discorso eminentemente pessimista nei confronti della società e del genere umano e la difficoltà di adattamento per alcuni di loro alla vita reale, il fascino dell'opera rimane molto piatto.
Emerge in particolare la mancanza di spessore di alcuni protagonisti, che rimangono figure appiattite sullo sfondo e alcune scelte piuttosto pacchiane nel rappresentare alcuni momenti d'intimità fanno decisamente scadere il valore dell'opera.
Storia che può apparire datata per i suoi riferimenti alla guerra fredda e che non riesce a rispecchiare completamente le fobie attuali della nostra società, seppur la teoria del complotto sia la chiave di lettura più facilmente contestualizzabile al nostro presente, ma sembra perdersi il fascino e la complessità, aspetto questo inevitabile, delle pagine e dei sottotesti del fumetto, nonostante il regista provi a fare la sua parte come tutto il cast, volutamente non di star, per non distrarre l'attenzione dal racconto, seppur non tutte all'altezza del compito riservatogli, in cui alla fine solo in parte riescono a restituire un vero spessore umano e narrativo ai propri personaggi cartacei.
Viene così voglia di recuperare l'opera di partenza per apprezzarne al meglio le sfumature e i riferimenti storici e letterari per comprendere al meglio il discorso di Moore, che propone una sua rilettura del mondo dei supereroi e delle loro difficoltà relazionali con un mondo incapace di badare a se stesso e destinato all'autodistruzione come il finale cinematografico, in parte modificato vorrebbe trasmetterci, ma senza la profondità di senso e solitudine tipica di coloro che sono destinati a un destino diverso dalla consueta umanità.

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