30/03/11

The Burning Plain - Il confine della solitudine

L'esordio alla regia di Guillermo Arriaga, fedele sceneggiatore di Alejandro González Iñárritu, dimostra come il suo stile abbia influito molto nelle scelte narrative del regista messicano, anche se qui i piani temporali e spaziali sembrano evidenziare subito con chiarezza il tipo di vicenda, consentendo allo spettatore di comprendere ed immaginare lo sviluppo della storia, senza eccessi decostruttivi come in 21 grammi.
The Burning Plain evidenzia subito il senso di drammaticità e dolore di cui è gravata la protagonista e che lo sfondo della città di Portman nonché la fotografia stessa dedicata al luogo della vicenda, sembrano accentuare e caricare di una tensione che necessita di uno sfogo inevitabile.
Drammaturgia che progressivamente si sposta nelle terre assolate del Messico, per costruire, come il regista/sceneggiatore ci ha insegnato, le premesse di un racconto che ha più piani da considerare e che sono legati tra loro nonostante un'apparente iniziale distanza non solo geografica.
Arriaga non eccede nel formalismo, ma il film di per sé sembra caricarsi di aspettative e tensioni drammatiche che possono apparire forse leziose e forzate, che trasmettono sicuramente la dinamicità e il peso della sua scrittura, ma in maniera troppo evidente e palese, tant'è che l'ellissi narrativa (o il vuoto di scrittura?) anche se scelta stilistica, in questo caso può apparire non sempre riuscita nello spiegare tutti i dettagli del racconto e delle vite rappresentate, perché troppo concentrata la sul meccanismo narrativo che consentirà il riannodarsi dei nodi drammaturgici.
Si lascia comunque e come sempre allo spettatore il compito di seguire le vicende ivi narrate e di farsi o meno coinvolgere dal racconto e dalle sue deviazioni, sino ad un raccordo per immagini finale, che sembra quasi un ulteriore intento per Arriaga di smarcarsi dalle sue precedenti opere e aprirsi a nuovi orizzonti.
Attendiamo di vedere se la sua scrittura saprà anche trovare un equilibrio per immagini, che sembra esservi in nuce, ma non ancora del tutto definito o a fuoco come vorrebbe e dovrebbe, discorso che si è in parte già prospettato per il suo ex compagno di cinema.

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