Cube è un interessante thriller fantascientifico con spunti metafisici, che sfrutta un'idea e una scenografia molto semplici, ma funzionali.
Il tema della prigione asettica, misteriosa, in cui si ritrovano persone tra loro ignote e senza memoria apparente, costituisce una base di partenza stimolante per il racconto e per stuzzicare lo spettatore. Il film pare sfruttare adeguatamente tutti gli elementi tipici del genere claustrofobico e paranoide, insinuando ipotesi sulle origini del cubo e della sua funzione, ma lasciando nel finale allo spettatore le potenziali risposte.
Il successo del film, in quanto non eccessivamente costoso come realizzazione e di produzione canadese, che gli restituisce una patina fotografica adeguata a trasmettere il senso di precarietà dell'intera struttura ed esistenza dei suoi protagonisti, ha generato un sequel ed un prequel, costituendo così una trilogia diretta da vari registi che hanno dovuto fornire, per necessità di sceneggiatura, le motivazioni della trappola in cui ritroviamo i protagonisti delle varie vicende fantascientifiche.
Mentre forse il pregio principale di quest'opera, risiede proprio nel non detto, nelle potenziali aperture interrogative che esso lascia allo spettatore e costituendo uno di quei film amati e amabili dai cultori del cinema del complotto, anche se sarebbe riduttivo includerlo in tale categoria, perché esso potrebbe benissimo essere incluso anche nel filone di cinema matematico-geometrico, in quanto i numeri e il cubo stesso come solido geometrico costituiscono le potenziali chiavi risolutive delle iperboli meccaniche che costituiscono la prigione in cui si ritrovano rinchiusi i protagonisti.
Dopo un inizio che sfrutta l'effetto sorpresa delle varie trappole disseminate lungo il percorso, successivamente il film tenta di concentrarsi sulla natura umana ed esistenziale dei prigionieri, facendone emergere la natura più o meno nascosta, le paure e le idiosincrasie, il tutto agevolato dallo spazio angusto in cui vengono a ritrovarsi, sino all'esito finale, in cui trovata un'apparente soluzione, sorgono i dubbi su ciò che li aspetta al di fuori di una realtà così concentrazionaria al punto da ingenerare il timore verso la libertà tanto inizialmente agognata.
Il film costituisce un prodotto interessante, nonostante una certa ripetitività dello schema, inevitabile in se stessa, ma ha la capacità di tenere lo spettatore concentrato sugli sviluppi e gli esiti delle azioni dei suoi protagonisti, decisi a sopravvivere, ma a rischio collasso psichico e fisico con il procedere sempre più difficile tra sequenze numeriche tra un cubo e l'altro e tentativi di interpretazione delle stesse.
La visione dei successivi episodi potrebbe costituire un interessante esercizio cognitivo e un modo per trovare maggiori certezze e risposte rispetto a quelle lasciate in sospeso del primo capitolo, ma con il rischio di usurare presto il piacere o meno della visione di questo piccolo, ma curioso film.
La visione dei successivi episodi potrebbe costituire un interessante esercizio cognitivo e un modo per trovare maggiori certezze e risposte rispetto a quelle lasciate in sospeso del primo capitolo, ma con il rischio di usurare presto il piacere o meno della visione di questo piccolo, ma curioso film.
Nessun commento:
Posta un commento