Riempire il vuoto, questo il senso originale del titolo di un film che fotografa a suo modo la comunità chassidica, evitando di indagare o immergersi in questioni religiose, e per resitutirci un ritratto sociale interessante per certi versi, ma che dimostra la staticità di stile di certo cinema d'autore.
Per quanto vi sia il desiderio di indagare i sentimenti contrastanti di una giovane promessa sposa, che si ritroverà a dover compiere una scelta, sottilmente impostale dai familiari, che penetrerà lentamente nel suo animo, rimane alla fine il dubbio di una scelta effettivamente fondata sull'amore o meno, perché questo è il sospetto che permane, nonostante i più intendano vedervi una storia d'amore in cui gli affetti e i sentimenti sembrano alla fine trionfare.
Eppure, la regista pare insinuarci tale sensazione alla fine di un percorso di maturazione non semplice, che non sembra trovare una sua originalità narrativa, se non nei momenti di distensione, che forniscono un ritratto umano e divertente di una comunità che ha le sue regole, ma che è fatta essa stessa di esseri umani in primo luogo.
1 commento:
Un film strano, freddo ma con sentimenti. Il finale, amaro e dubbioso, lo risolleva.
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