Ultimo capitolo di una trilogia del regista danese Per Fly, questo film dimostra ancora una volta come il cinema del nord europa sia portatore di ansie e angosce esistenziali con cui dover fare i conti ad ogni sua visione. Storia carica di tensione e senso di smarrimento, che contrasta con le immagini ariose del volo in parapendio del protagonista su una realtà esteriormente gentile e piacevole con i suoi pendii ed il verde imperante a ridosso della scogliera.
Carsten (Jesper Christensen) viene assurto a portatore di un disagio esistenziale di una classe sociale incapace di affrontare la realtà quotidiana, costretta a rifuggire la paura dell'immobilismo in cui si ritrova invischiata. A tratti si ha l'impressione che certe immagini di repertorio di morte e distruzione possano far ricadere il discorso su conclusioni banali e didascaliche, ma è l'espressività dello stesso protagonista e lo sviluppo drammatico della vicenda a rifuggire soluzioni eccessivamente scontate e a costruire una tensione angosciosa in crescendo, dove l'abbrutimento fisico del protagonista è conseguenza di una crisi, forse morale, ed un pentimento che alla fine non possono trovare redenzione.
Carsten rendendosi conto dei propri errori vorrebbe rimediarvi, ristabilendo quell'unione affettiva perduta con la propria moglie e strappando la confessione alla propria amante di un omicidio, da lui stesso ideologicamente giustificato e condotto alle estreme conseguenze, ma che non è più possibile rivelare, pur nella consapevolezza generale delle istituzioni, giungendo ad un isolamento inevitabile, tale da mettere in discussione le proprie scelte esistenziali e venire abbandonato dallo sguardo impietoso della m.d.p., lungo i verdi declivi di un'apparentemente rigogliosa Danimarca.
Carsten rendendosi conto dei propri errori vorrebbe rimediarvi, ristabilendo quell'unione affettiva perduta con la propria moglie e strappando la confessione alla propria amante di un omicidio, da lui stesso ideologicamente giustificato e condotto alle estreme conseguenze, ma che non è più possibile rivelare, pur nella consapevolezza generale delle istituzioni, giungendo ad un isolamento inevitabile, tale da mettere in discussione le proprie scelte esistenziali e venire abbandonato dallo sguardo impietoso della m.d.p., lungo i verdi declivi di un'apparentemente rigogliosa Danimarca.
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