19/06/07

La cosa

Il cinema di Carpenter è spesso riferibile ad un'evidente rielaborazione dei suoi tre film western preferiti: Un dollaro d'onore, Un dollaro d'onore e Un dollaro d'onore. Egli inserisce così elementi che rendono i suoi film facilmente riconducibili al classico di Howard Hawks e che nel caso di quest'opera - a sua volta remake di La cosa da un'altro mondo di Christian Nyby, cui pare avesse collaborato lo stesso Hawks - viene nuovamente riadattato alla propria visione meno edificante e consolatoria rispetto al suo predecessore cinematografico.
La cosa si presenta come film di fantascienza, ma contaminato dall'horror e con le implicazioni del genere western, dove il nuovo Far West non è lo spazio ignoto e profondo o la Monument Valley, ma è rappresentato dal continente ghiacciato ed il deserto ha il colore abbacinante della neve che tutto avvolge in un candido e letale abbraccio.
Carpenter ancora una volta ripropone il tema dell'assedio all'avamposto di frontiera, ma il nemico assume le vesti rassicuranti del miglior amico dell'uomo, cavallo di Troia di un teratoma alieno, capace di insinuarsi in ogni organismo vivente sino all'assimilazione totale.
Il pericolo viene dunque dall'interno, e non da apparenti scienziati norvegesi - pronti a tutto pur di salvaguardare le proprie vite e uccidere un apparentemente innocuo husky - per assumere il volto amico di un compagno fino alla sua trasfigurazione, gettando in un clima di paranoia i cowboy del ghiaccio, sino ad un finale di inquietante attesa sospesa, di cui non ci è dato sapere quali potranno essere le sorti di un'umanità minata nello spirito e nel corpo, in attesa di un ausilio che forse non si vorrebbe giungesse mai.

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