Dopo alcuni film di impostazione prettamente horror come Suspiria, Dario Argento ritorna alle atmosfere thriller de L'uccello dalle piume di cristallo, suo pregevole esordio, realizzando un racconto che sembra presentare - come al solito - apparenti incongruenze logiche, ritenute dai suoi detrattori il principale limite del proprio cinema, ma che in realtà ne tratteggiano la precipua cifra stilistica, in cui i falsi indizi disseminati lungo il percorso costringono lo spettatore a sospettare di ogni personaggio, quale potenziale colpevole.
In questo film Argento impiega per la prima volta la louma, già utilizzata da Polanski ne L'inquilino del terzo piano, per realizzare un piano sequenza acrobatico lungo le linee geometriche della villa volto a dilatare l'attesa di uno degli omicidi ricalcati dalle pagine del romanzo maledetto che dà titolo al film e a suo modo citando il film del regista polacco, anch'egli avvezzo ad atmosfere meno grandguignolesche ma di sicuro effetto emotivo per lo spettatore.
Film che purtroppo non appare quasi mai in televisione, causa la presenza tra le vittime dell'assassino di Veronica Lario, futura moglie di Silvio Berlusconi, la cui mutilazione nella finzione cinematografica ha un notevole impatto visivo e a suo modo "pittorico", dimostrando la capacità del regista nel creare sequenze di morte iperrealiste, che rimangono a lungo impresse nella memoria retinica dello spettatore.
In questo film Argento impiega per la prima volta la louma, già utilizzata da Polanski ne L'inquilino del terzo piano, per realizzare un piano sequenza acrobatico lungo le linee geometriche della villa volto a dilatare l'attesa di uno degli omicidi ricalcati dalle pagine del romanzo maledetto che dà titolo al film e a suo modo citando il film del regista polacco, anch'egli avvezzo ad atmosfere meno grandguignolesche ma di sicuro effetto emotivo per lo spettatore.
Film che purtroppo non appare quasi mai in televisione, causa la presenza tra le vittime dell'assassino di Veronica Lario, futura moglie di Silvio Berlusconi, la cui mutilazione nella finzione cinematografica ha un notevole impatto visivo e a suo modo "pittorico", dimostrando la capacità del regista nel creare sequenze di morte iperrealiste, che rimangono a lungo impresse nella memoria retinica dello spettatore.
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