03/07/07

Still Life

Una lenta panoramica su una massa di persone accalcate e vocianti su un battello ci introduce immediatamente nell'atmosfera di un viaggio immobile e lento, come le acque del fiume attraversate dall'imbarcazione che porterà Han Sanming e Shen Hong nel villaggio di Fengjie, prossimo alla completa immersione da parte delle acque condotte dalla nuova diga delle Tre Gole, frutto del capitalismo-comunista della Cina moderna, in grado di cancellare in due anni una città esistente da ben duemila, come dichiarato da uno dei comprimari del film.
Come enuncia il titolo stesso, lo spettatore assiste ad una serie di istantanee su di un paese in evoluzione, dove la natura morta impressa dalle immagini è quella delle costruzioni in via di demolizione e degli apparati industriali, quali residui archeologici che ingrigiscono la realtà circostante e pure l'animo dei suoi abitanti, figure schiacciate e rassegnate al progresso che nasce dal passato ideologico Maoista, dove le luci del ponte in acciaio che sovrasta la valle sfocano l'immagine paesaggistica, quasi ad annebbiare la nostra percezione di una realtà in mutamento costante ed indefesso e di cui ne stiamo perdendo i contorni.
Ed è attraverso il pedinamento lento e discreto di due storie di esistenze separate dal tempo e dallo spazio e delle scoperte che questo viaggio comporterà, che veniamo a contatto con la Cina contemporanea, già a suo modo descrittaci con un certo fascino ed intelligenza di sguardo da Gianni Amelio nel suo La stella che non c'è.

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