
Max è invece un individuo mite, che aspira ad un futuro migliore e ad una serenità che pare ritrovare solo nell'isola da lui sognata in cartolina, in attesa del grande salto, ma l'incontro con Vincent sarà per lui un'occasione per comprendere se stesso e le sue velleità.
E' attraverso l'incrociarsi di queste due esistenze che Mann ci parla ancora una volta, attraverso l'archetipo del noir, della solitudine umana da cui l'individuo manniano cerca di sfuggire, ma ne è inevitabilmente assorbito, sino all'avverarsi di quella paura di morte ed indifferenza paventata dal glaciale killer.
Allora forse una speranza di salvezza esiste, alla fine del viaggio al termine della notte, magari nell'amore, ma questa è un'altra storia che Mann lascia alla nostra immaginazione.
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