12/10/07

Collateral

Arduo non andare con la mente a Taxi Driver di Scorsese nel momento in cui facciamo la conoscenza di Max (Jamie Foxx), ma il contesto urbano in cui si aggira è ben diverso ed altrettanto oscuro, illuminato da luci al neon che si mescolano alle luci delle auto e di una città la cui indifferenza è il fattore di maggiore spregio per il solitario lupo grigio Vincent (Tom Cruise). Quest'ultimo è un individuo sicuro di sé, che cela nell'animo quel senso di morte che lo grava e di cui si fa portatore per mestiere, aggirandosi come un automa freddo e spietato degno del Terminator di Cameron, che pare emulare nella sequenza in discoteca, dove le sue movenze si accordano ai ritmi algidi e digitali del suono tecno-trance.
Max è invece un individuo mite, che aspira ad un futuro migliore e ad una serenità che pare ritrovare solo nell'isola da lui sognata in cartolina, in attesa del grande salto, ma l'incontro con Vincent sarà per lui un'occasione per comprendere se stesso e le sue velleità.
E' attraverso l'incrociarsi di queste due esistenze che Mann ci parla ancora una volta, attraverso l'archetipo del noir, della solitudine umana da cui l'individuo manniano cerca di sfuggire, ma ne è inevitabilmente assorbito, sino all'avverarsi di quella paura di morte ed indifferenza paventata dal glaciale killer.
Allora forse una speranza di salvezza esiste, alla fine del viaggio al termine della notte, magari nell'amore, ma questa è un'altra storia che Mann lascia alla nostra immaginazione.

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