Parabola antimilitarista di Dalton Trumbo tratta dal suo omonimo romanzo, che non scade nel patetismo più bieco, nonostante una vicenda umana che in sé non può non colpire lo spettatore , dato che il protagonsita è ridotto ad un tronco umano privo della favella dell'udito e della vista, relegato in una stanza d'ospedale quale oggetto di studio ai fini della scienza medica e della guerra stessa.
Johnny in verità cosciente, impara a comprendere e a rendersi conto di quello che gli avviene attorno, cercando dentro la sua mente, i suoi ricordi ed i suoi sogni la risposta a tutto questo dolore per una vita che non è più tale e che pare ad un certo momento trovare il conforto in una gentile infermiera che proverà a comunicare con lui, superando la presunzione e la miopia della scienza medica unita a quella militare.
Trumbo contrappone un presente grigio ed incolore al passato ed alle visioni oniriche colorate, dove fa capolino pure Gesù, in veste ironica e ad un certo punto rassegnata ed impotente di fronte alla condizione disumanizzata del povero soldato.
Johnny scava nei propri ricordi e visioni grottesche gli stimoli per trovare un contatto con quel mondo esterno che pare vergognarsi di lui, quale frutto dell'orrore umano e come tale inadeguato ad essere esposto agli occhi dell'umanità.
Trumbo chiude la vicenda in un finale agghiacciante, dal sapore quasi horror o fantascientifico che dir si voglia, dove la solitudine e il buio avvolgono progressivamente la voce interiore del protagonista enunciata invano attraverso l'alfabeto morse, ma ormai volutamente inascoltata per il bene della guerra e della medicina.
Johnny in verità cosciente, impara a comprendere e a rendersi conto di quello che gli avviene attorno, cercando dentro la sua mente, i suoi ricordi ed i suoi sogni la risposta a tutto questo dolore per una vita che non è più tale e che pare ad un certo momento trovare il conforto in una gentile infermiera che proverà a comunicare con lui, superando la presunzione e la miopia della scienza medica unita a quella militare.
Trumbo contrappone un presente grigio ed incolore al passato ed alle visioni oniriche colorate, dove fa capolino pure Gesù, in veste ironica e ad un certo punto rassegnata ed impotente di fronte alla condizione disumanizzata del povero soldato.
Johnny scava nei propri ricordi e visioni grottesche gli stimoli per trovare un contatto con quel mondo esterno che pare vergognarsi di lui, quale frutto dell'orrore umano e come tale inadeguato ad essere esposto agli occhi dell'umanità.
Trumbo chiude la vicenda in un finale agghiacciante, dal sapore quasi horror o fantascientifico che dir si voglia, dove la solitudine e il buio avvolgono progressivamente la voce interiore del protagonista enunciata invano attraverso l'alfabeto morse, ma ormai volutamente inascoltata per il bene della guerra e della medicina.
Nessun commento:
Posta un commento