19/11/07

in questo mondo libero...

Se in passato Loach, nel raccontare vicende di precariato sociale e lavorativo, riusciva a stemperare la tensione attraverso toni da commedia ed una sovrapposizione di voci e rumori, sintomo della confusione mentale ed esistenziale dei suoi protagonisti, da tempo si è lasciato andare ad una lucida ed impietosa analisi della realtà.
Non c'è speranza nel suo sguardo e la sua rabbia confluisce in dialoghi e situazioni che mettono in evidenza i meccanismi di una società e di un mondo del lavoro in cui l'illegalità e la necessità vanno di pari passo, creando un sistema per nulla virtuoso in cui Angie (Kierston Wareing) si ritrova da sfruttata a profittatrice, sviluppando progressivamente un istinto di sopravvivenza che la trasfigura agli occhi dell'anziano padre, esponente della vecchia working class e consapevole testimone di un abuso progressivo che sente di dover rinnegare con forza.
Loach adotta uno stile molto ellittico, quasi a voler rifuggire momenti potenzialmente drammatici e retorici, lasciandocene presagire le conseguenze emozionali, tanto da creare stacchi narrativi spiazzanti come il finale, a dir poco agghiacciante nella sua chiusura di un cerchio di cui lo spettatore conosce ormai bene le false apparenze e speranze.

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