
Risi ricostruisce un rapporto interrotto che consente ai due protagonisti di imparare a conoscersi e rispettarsi, facendo emergere tutta l'inconsistenza umana di un padre inadeguato ed incapace di prendersi delle responsabilità affettive, fornendoci ancora una volta un ritratto della società del tempo con evidenti richiami funerei al suo precedente film Il sorpasso, come dimostra la sequenza in cui la vistosa automobile del padre millantatore viene superata da un carro funebre il cui clacson evoca quello dell'Alfa di Gassman, rammentandoci la caducità di certi modelli sociali e dei suoi emblemi consumistici.
l'autore riesce a dipingere il rapporto in maniera nient'affatto patetica, pur toccando corde di notevole sensibilità, come dimostra l'intenso prefinale in cui il figlio saluta affettuosamente l'amato padre, ormai messo a nudo di fronte alla propria inconsistenza umana, ma forse ancora in grado di recuperare un minimo di dignità, gettandosi alle spalle tutti i problemi e velleità bambinesche di cui sinora si era fatto portatore.
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