18/12/07

Paranoid Park

Lo sguardo di Van Sant anche questa volta si rende frammentario e sovrapposto, come e più che mai rispetto al precedente Elephant, utilizzando un linguaggio prettamente filmico in cui il segno cinematografico si fa preponderante non solo attraverso il montaggio in overlap, ma anche attraverso il fuori fuoco, il fuori campo e la slow motion.
Il regista relega spesso nell'altrove dello sguardo spettatoriale le figure enuncianti per concentrarsi sulle espressioni del suo svagato protagonista, che si ritrova a dover fare i conti con la propria coscienza di un delitto involontario, ma senza che il racconto debba assumere una piega da film giallo o noir o thriller. Pare quasi che a Van Sant non interessi la storia in se stessa per elaborare una regia astratta, fatta di ombre e silhouette attraverso le quali suggerirci azioni ed emozioni dei protagonisti, ma del tutto si ha solo un'idea sfocata, pare ricordarci il regista che adotta una colonna sonora all'inizio ipnotica nelle sequenze documentaristiche con cui insegue gli skater, restituendocene le evoluzioni, ma soprattutto i luoghi dei loro raduni, per poi optare per sonorità che contrastano nettamente con il contesto narrativo di riferimento, quasi ad ironizzare e decontestualizzare ulteriormente ciò che lo spettatore percepisce.
Paranoid Park è la dimostrazione di come il cinema come linguaggio di segni possa ancora esprimere la confusione e la perdita di senso del nostro mondo contemporaneo e Van Sant ci riesce modulando e sfruttando gli strumenti a sua disposizione in maniera sapiente e adeguata, manifestando come un linguaggio apparentemente abusato, possa ancora restituire un senso, un significato alle immagini senza per questo trasformarle in banali inquadrature televisive o pretenziose formalità artistiche.

2 commenti:

seaborgium ha detto...

non sono molto d'accordo.
per quanto abbia adorato Elephant, e perfino Last Days, questo mi e' sembrato non sincero.
Mi e' sembrato una versione intellettualoide di una puntata di OC...

Pereira ha detto...

invece ho trovato interessante questa nuova capacità di sguardo che dopo Elephant non sembrava possibile e che dimostra in ogni caso come sia possibile parlare di adolescenti senza per questo rifarsi ad un modello stile OC o Dawson's Creek... ;-) per quanto riguarda Last Days purtroppo non l'ho visto...