Film dell'esordiente Erna Kolirin emerso dallo scorso festival di Cannes e che ha sofferto dei soliti problemi distributivi, tipici delle pellicole festivaliere, narra la storia della banda musicale della polizia egiziana, che si ritrova per un'incomprensione linguistica, elemento scatenante di una vicenda nient'affato banale sul confronto tra culture, in una località ai confini dello stato di Israele.
Film che concentra il proprio sguardo sugli spazi vuoti ed asfittici delle periferie, ma che dimostra un certo piacere per la commedia malinconica. Il regista introduce, infatti, sin dall'inizio degli elelementi di straniante divertimento volti ad accentuare il lato umano e grottesco della banda musicale, la quale spicca sul grigiore paesaggistico di confine con la propria sgargiante divisa azzurra, riuscendo ad instaurare un dialogo ed un ponte tra due culture apparentemente ostili, consentendo a sogni ed aspirazioni sopite di riemergere insieme al dolore e al rimpianto.
Un film che non cade in una facile retorica pacifista, riuscendo a mediare tra la commedia ed il dramma trattenuto, sospeso nei ricordi e negli umori di alcuni suoi protagonisti, che avrebbe forse potuto approfondire alcuni aspetti psicologici di altri personaggi minori, laddove invece pare essere riuscito, anche con brevi inserti di dialogo, a descrivere situazioni dense di significati e di piccola discreta poesia.
Film che concentra il proprio sguardo sugli spazi vuoti ed asfittici delle periferie, ma che dimostra un certo piacere per la commedia malinconica. Il regista introduce, infatti, sin dall'inizio degli elelementi di straniante divertimento volti ad accentuare il lato umano e grottesco della banda musicale, la quale spicca sul grigiore paesaggistico di confine con la propria sgargiante divisa azzurra, riuscendo ad instaurare un dialogo ed un ponte tra due culture apparentemente ostili, consentendo a sogni ed aspirazioni sopite di riemergere insieme al dolore e al rimpianto.
Un film che non cade in una facile retorica pacifista, riuscendo a mediare tra la commedia ed il dramma trattenuto, sospeso nei ricordi e negli umori di alcuni suoi protagonisti, che avrebbe forse potuto approfondire alcuni aspetti psicologici di altri personaggi minori, laddove invece pare essere riuscito, anche con brevi inserti di dialogo, a descrivere situazioni dense di significati e di piccola discreta poesia.
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