Film sottostimato e sottovalutato dal pubblico questo ultimo lavoro della Bigelow che si aggiunge a quel manipolo di registi e scrittori che tentano di parlarci della guerra in Iraq sempre da punti di vista diversi, ma con occhio critico e per nulla retorico, costringendo lo spettatore a riflettere attaverso la tensione di una storia che appare quasi un documentario, seppur vi sia un rischio di caduta di tensione nel voler deviare su aspetti collaterali del racconto che potrebbero debilitarlo e farne perdere la forza critica.
La Bigelow sceglie attori misconosciuti eliminando quasi subito dalla scena quelli più famosi, presenti in due cammei, per non distrarre lo spettatore dalle immagini e dalla potenza visiva delle stesse, dalla tensione che riescono ad infondere dal primo all'ultimo minuto, descrivendoci un aspetto della guerra meno scontato di quanto possa sembrare e che ci riporta come sempre all'incapacità di affrontare il dopo guerra, la vita al di là e oltre il conflitto, perché l'esistenza di tutti i giorni, la quotidianità della famiglia e della spesa al supermercato, straniante come non mai, non sembra più appartenere a questi uomini persi nel proprio io affranto e nascosto, per timore di cedere psicologicamente e non riuscire più a compiere il proprio duro mestiere.
Un film che và al di là delle immagini stereotipate della guerra, in cui il nemico non è definibile e poco importa che faccia abbia o se si materializzi in un ordigno esplosivo da disinnescare.
La Bigelow sceglie attori misconosciuti eliminando quasi subito dalla scena quelli più famosi, presenti in due cammei, per non distrarre lo spettatore dalle immagini e dalla potenza visiva delle stesse, dalla tensione che riescono ad infondere dal primo all'ultimo minuto, descrivendoci un aspetto della guerra meno scontato di quanto possa sembrare e che ci riporta come sempre all'incapacità di affrontare il dopo guerra, la vita al di là e oltre il conflitto, perché l'esistenza di tutti i giorni, la quotidianità della famiglia e della spesa al supermercato, straniante come non mai, non sembra più appartenere a questi uomini persi nel proprio io affranto e nascosto, per timore di cedere psicologicamente e non riuscire più a compiere il proprio duro mestiere.
Un film che và al di là delle immagini stereotipate della guerra, in cui il nemico non è definibile e poco importa che faccia abbia o se si materializzi in un ordigno esplosivo da disinnescare.
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