27/01/09

Milk

Apparentemente lontano dallo stile del regista che opta per una regia controllata e formalmente semplice, il film di Gus Van Sant evita le secche della rappresentazione agiografica e del martirio di un personaggio fondamentale per la lotta dei diritti dei gay in America.
Opera che si concentra sulla carriera politica e sul movimento creato da Harvey Milk, catalizzatore di una comunità incapace inizialmente di ottenere riconoscimento in un quartiere, in una città ed in un paese in cui il fondamentalismo bigotto ogni tanto fa ancora capolino.
Tutti gli attori si dimostrano decisamente all'altezza dei loro ruoli, senza che nessuno dei comprimari venga schiacciato dalla notevole prova attoriale di un Sean Penn, attore maturo e a tutto tondo.
Van Sant ricostruisce alla perfezione un periodo storico di fermenti, e urgenti novità, grazie ad una commistione tra immagini d'epoca e di finzione che si amalgamano perfettamente, senza avere quella sensazione di rappresentazione posticcia, per quanto la tecnologia odierna consenta d'inserire perfettamente personaggi di finzione in contesti reali dell'epoca, dimostrando scrupolo narrativo ed una fedeltà fisiognomica con i protagonisti del tempo, seppur il finale sembri rischiare di cadere in un facile patetismo, che stecca leggermente con quanto sinora costruito con abilità dal regista, che filma il tutto con un rigore quasi documentario, che in fase di montaggio avrebbe potuto subire qualche opportuna limatura, ma che nulla toglie al valore dell'autore.

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