
La rappresentazione delle figure maschili, quali individui inetti ed egoisti, non riesce ad essere sempre efficace, ottenendo a volte l'esito della facile macchietta, che tende a stridere con la serietà ed integrità contrapposta dalla protagonista, pronta a difendere il proprio giardino di limoni, dall'esuberanza ed ottusità dei servizi segreti israeliani.
Una scrittura più asciutta in alcuni punti avrebbe reso il film sicuramente perfetto e congeniale nel descrivere le contraddizioni di due popoli e l'incapacità spesso ottusa di dialogo che li contrappone, tant'è che permane un retrogusto di amarezza e delusione per un'opera discontinua ed imperfetta, che si lascia comunque apprezzare per le potenzialità che in essa sono insite e che emergono grazie alle brave protagoniste, mentre alcune incursioni nel loro privato appaiono facili ed inutili riempitivi, che vorrebbero costituire un parallelo tra le due donne, in realtà molto più vicine di quanto si possa pensare, ma che non sempre risultano ben calibrati e scritti, scivolando spesso nel banale.
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