27/10/09

Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo

Gilliam ancora una volta, bisogna ammetterlo, si porta dietro un'aura di inevitabile maledettismo se non semplice scalogna, che avrebbe potuto minare anche questa sua nuova opera, che rischiava di non essere terminata o di passare in sordina, se non fosse che la morte del suo protagonista Heath Ledger ha rappresentato a suo modo un colpo di fortuna inaspettato, perché ha spinto attori del calibro di Depp, Law e Farrell a decidere di aiutare l'ex Monty Pithon a terminare il suo film e a godere di una pubblicità insperata.
Si potrebbe pensare ad un cannibalismo per immagini di un corpo fantasmatico che nell'attraversare lo specchio magico del Paese delle Meraviglie del dott. Parnassus rinasce attraverso nuove forme che ne rappresentano mirabilmente le varie e molteplici nature, accentuando ed insinuando la natura ambigua non solo dell'attore come figura rappresentativa dell'immaginario di cui esso stesso è protagonista, ma anche del personaggio che fa la sua comparsa sulla scena in maniera sinistramente anticipatrice di una morte prematura.
Se la prima parte sembra non riuscire a decollare, facendoci presagire le potenzialità del racconto, attraverso la potenza visionaria dell'autore e la propria capacità inventiva di storie che si ascoltano con piacere e quasi dispiace quando esse stesse vengono improvvisamente interrotte, per spingerci a voler sapere sempre di più, il film sembra avere una sua spinta ulteriore e una conferma nel momento in cui entrano in scena gli alter ego di Ledger, tra tutti in particolare Johnny Depp, cui si deve una delle frasi più rappresentative e profetiche del film, summa dell'idea stessa di divismo e dell'immortalità insita in tale iconografia.
Gilliam ama giocare con la fantasia e con i propri personaggi, regalando a Tom Waits il ruolo ideale di Diavolo, che sarebbe bello poter apprezzare in lingua originale con la propria voce accarezzata dal fumo di innumerevoli pacchetti di sigarette, riuscendo ad insegnare a noi e al suo dottor Parnassus che è possibile raggiungere la felicità anche inseguendo sogni più terreni e semplici di quelli proposti dal suo mirabile specchio magico, e che in fondo anche il Diavolo non è così cattivo come può sembrare e che anch'egli può aggiustare i torti di cui noi stessi siamo stati causa.

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