Esordio alla regia per lo sceneggiatore Grant Heslow che ironizza in maniera surreale sull'intero sistema americano ed in particolare sul suo esercito che lo rappresenta nella guerra al terrore, attraverso rimandi ad una mitologia cinematografica entrata nell'immaginario comune, quale quella di Guerre Stellari, in cui non a caso lo stesso McGregor si ritrova ad essere iniziato alla filosofia della Forza e dei Cavalieri Jedi.
Clooney memore della propria interpretazione nell'ultimo film dei fratelli Coen, dimostra la sua versatilità attoriale e soprattutto il suo spirito di commediante all'interno di una storia ricca di spunti satirici e surreali, che costituiscono un percorso iniziatico per il giovane giornalista che segue la propria strada per affermarsi come uomo e comprendere la necessità di trovare uno scopo nella propria vita.
Il regista gioca con le citazioni della saga di Lucas e con lo stereotipo dell'arruolamento alle armi, deridendo ancora una volta la politica di Bush, come altri film di questi ultimi anni ci hanno dimostrato con pervicace sagacia.
Opera brillante che vede un parterre di attori in forma, con particolare riguardo ad un Jeff Bridges sempre più a suo agio nei panni di Drugo coeniano sotto le armi e un Kevin Spacey, quale anima nera dell'esercito e della Forza, e ancora una volta perfetto cattivo mellifluo e infingardo nonché astuto. Storia adattata dall'omonimo libro inchiesta basato su una storia vera che supera la realtà stessa, che aiuta lo spettatore a rileggere sotto una nuova chiave di lettura la saga di Guerre Stellari, ma che ci dimostra anche come tale vicenda costituisca un perfetto archetipo narrativo cui trarre ispirazione per rilfessioni non banali, soprattutto se gestite con la dovuta e calibrata ironia come ci dimostra questo film.
Peccato che queste riflessioni non siano state operate a suo tempo, al momento della sua presentazione al Festival di Venezia, per essere sommerso dai soliti inutili pettegolezzi sulla vita privata di Clooney, ennesimo esempio di come si possano disinnescare in partenza opere intelligenti e ironiche nella loro impostazione critica, facendoci dimenticare il messaggio di fondo del film stesso, ma per fortuna esiste ancora il libero arbitrio di decidere cosa vedere e valutarlo come meglio si crede.
Clooney memore della propria interpretazione nell'ultimo film dei fratelli Coen, dimostra la sua versatilità attoriale e soprattutto il suo spirito di commediante all'interno di una storia ricca di spunti satirici e surreali, che costituiscono un percorso iniziatico per il giovane giornalista che segue la propria strada per affermarsi come uomo e comprendere la necessità di trovare uno scopo nella propria vita.
Il regista gioca con le citazioni della saga di Lucas e con lo stereotipo dell'arruolamento alle armi, deridendo ancora una volta la politica di Bush, come altri film di questi ultimi anni ci hanno dimostrato con pervicace sagacia.
Opera brillante che vede un parterre di attori in forma, con particolare riguardo ad un Jeff Bridges sempre più a suo agio nei panni di Drugo coeniano sotto le armi e un Kevin Spacey, quale anima nera dell'esercito e della Forza, e ancora una volta perfetto cattivo mellifluo e infingardo nonché astuto. Storia adattata dall'omonimo libro inchiesta basato su una storia vera che supera la realtà stessa, che aiuta lo spettatore a rileggere sotto una nuova chiave di lettura la saga di Guerre Stellari, ma che ci dimostra anche come tale vicenda costituisca un perfetto archetipo narrativo cui trarre ispirazione per rilfessioni non banali, soprattutto se gestite con la dovuta e calibrata ironia come ci dimostra questo film.
Peccato che queste riflessioni non siano state operate a suo tempo, al momento della sua presentazione al Festival di Venezia, per essere sommerso dai soliti inutili pettegolezzi sulla vita privata di Clooney, ennesimo esempio di come si possano disinnescare in partenza opere intelligenti e ironiche nella loro impostazione critica, facendoci dimenticare il messaggio di fondo del film stesso, ma per fortuna esiste ancora il libero arbitrio di decidere cosa vedere e valutarlo come meglio si crede.
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