La scelta di passare alla regia per Gainsbourg ha il sapore di uno sberleffo, di una sfida ulteriore alle convenzioni, trasponendo per immagini il titolo della propria canzone scandalo, oggetto di censura come il suo stesso film, che vede la presenza della fascinosa Birkin e dell'atletico Dallessandro, corpo cinematografico dell'underground americano che costituisce un trait d'union tra quel cinema e quest'opera del cantautore francese, volutamente allusiva in ogni sua inquadratura come lo era stata la canzone omonima.
Gainsbourg sceglie volutamente un'ambientazione desolante e desolata in cui i rifiuti e le discariche sono il panorama umano e naturale per i protagonisti di una storia di omosessualità e di ambiguità sessuale, in cui il fascino femminile della Birkin suscita equivoci identificativi che mettono in crisi l'omosessualità del camionista Dalessandro, al punto da far ingelosire il proprio compagno di viaggio e amante, ma Krassky si rende conto di non poter possedere la bella Johnny (così chiamata per la sua androginia) se non analmente, quale esigenza fisica e sola modalità per vincere la sua mancata attrazione per le donne e per Johnny amare Krassky è un modo per sentirsi finalmente forse donna e liberarsi da un mondo desolante, anche se inizialmente accetta il compromesso sessuale, scoprendosi a vicenda sentimentalmente sempre più legati.
Il film non manca di ironia, nonostante il dramma di fondo e una certa ingenuità che fa sorridere, ma Gainsbourg dimostra di saper costruire inquadrature che non sembrano appartenere ad una mano inesperta e la storia stessa, sulle note accennate della canzone scandalo cui si rifà il film, nonostante certi simbolismi volutamente espliciti, si pone come un esempio di un cinema indipendente e d'autore vicino, come si diceva sopra, alla Factory warholiana e riesce comunque ad incidere per le scelte scenografiche e per una vicenda che riesce a trasmettere fascino erotico e anche passioni e pulsioni che troveranno un'inevitabile ma necessaria soluzione.
Gainsbourg sceglie volutamente un'ambientazione desolante e desolata in cui i rifiuti e le discariche sono il panorama umano e naturale per i protagonisti di una storia di omosessualità e di ambiguità sessuale, in cui il fascino femminile della Birkin suscita equivoci identificativi che mettono in crisi l'omosessualità del camionista Dalessandro, al punto da far ingelosire il proprio compagno di viaggio e amante, ma Krassky si rende conto di non poter possedere la bella Johnny (così chiamata per la sua androginia) se non analmente, quale esigenza fisica e sola modalità per vincere la sua mancata attrazione per le donne e per Johnny amare Krassky è un modo per sentirsi finalmente forse donna e liberarsi da un mondo desolante, anche se inizialmente accetta il compromesso sessuale, scoprendosi a vicenda sentimentalmente sempre più legati.
Il film non manca di ironia, nonostante il dramma di fondo e una certa ingenuità che fa sorridere, ma Gainsbourg dimostra di saper costruire inquadrature che non sembrano appartenere ad una mano inesperta e la storia stessa, sulle note accennate della canzone scandalo cui si rifà il film, nonostante certi simbolismi volutamente espliciti, si pone come un esempio di un cinema indipendente e d'autore vicino, come si diceva sopra, alla Factory warholiana e riesce comunque ad incidere per le scelte scenografiche e per una vicenda che riesce a trasmettere fascino erotico e anche passioni e pulsioni che troveranno un'inevitabile ma necessaria soluzione.
4 commenti:
Recensione con un tempismo per me perfetto...
Ho preso il dvd in questi giorni lo vedrò!
Fantastico! :-) lieto di fornire un servizio in tempo reale... ;-)
Credo che questo sia uno dei peggiori film che abbia mai visto nella mia vita. La storia e' ridicola, quasi offensiva. tutto suona falso in questo luogo sospeso che non e' ne' america ne' francia.
dire pretenzioso non e' abbastanza, tanto grande e' il gap tra le pretese autoriali, scandalistiche e la mediocrita' dei risultati.
C'est pas un film, c'est merde d'artiste (come quella di Manzoni)
non sempre anche quella riesce con il buco come le ciambelle... ;-)
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