25/02/11

Il grinta

I Coen hanno attraversato tutti i generi o quasi rielaborandoli alla loro maniera, più o meno trasgressiva, che piaccia o no, suscitando l'ammirazione di molti cinefili e anche riserve nei loro confronti.
Questa volta ripartono da un film con un suo precedente che aveva visto John Wayne protagonista e si rifanno al romanzo di partenza, in cui la voce narrante è quella della protagonista adulta che rimembra la sua ricerca di vendetta o giustizia che sia per la morte del padre per mano di un suo collaboratore infedele e vigliacco.
Ebbene, i Coen si dimostrano attenti e fedeli nella ricostruzione degli ambienti e del genere western, che spesso è stato dato per morto, ma che conta ancora tentativi di recupero, più o meno riusciti, forse perché il cinema di genere trova diversi ostacoli nella propria affermazione.
Eppure, questa volta i Coen non sembrano graffiare o convincere come in altri casi, forse per l'eccessiva fedeltà e qualche sbavatura narrativa, che appare inspiegabile in un film che nella decalcomania dei particolari appare molto attento e scrupoloso.
Alla fine ci si ritrova di fronte ad un prodotto ben confezionato, con attori in parte, in cui spicca la tenace ragazzina, ma che non sembra dare spunti così entusiastici di commento, nonostante l'apprezzamento generale del film da parte della critica.
Insomma si ha il sospetto di un film adagiato troppo sulla fedeltà del romanzo, senza quell'epica western che già altre volte era stata demitizzata, ma con esiti più favorevoli e crepuscolari, ma che qui non risulta così nuova, spiccata e coinvolgente. La fedeltà quasi assoluta è stata una dei motivi di critica già nei confronti dei Coen per la trasposizione di Non è un paese per vecchi, ma in quel caso la tensione e il pathos del romanzo erano ben raffigurati e proprio quel film aveva più di questo la forza e la tenacia di un western vero e proprio, nonostante un'ambientazione contemporanea.
Insomma, un'operazione che lascia piuttosto intiepiditi e circospetti, forse perché dai Coen ci si aspetta sempre esiti elevati e coinvolgenti per la loro bravura ed intelligenza, che spesso urta ed irrigidisce, ma che costituisce nel bene e nel male la loro cifra stilistica e che questa volta sembra essere mancata e forse per questo potrà piacere anche ai loro detrattori.

3 commenti:

Burt ha detto...

Non penso vedro mai, el grinta per tre motivi, uno perchè il cinema dei fratelli Coen non mi ha mai convinto fino in fondo, due perche a mio papà, sfegatato fans del genere, non era piaciuto nemmeno l'originale con il mitico John Wayne, tre per il tuo articolo, che mi descrive un film ben confezionato e recitato ma privo di grinta.

Comunque bell'articolo, non avendo visto il film non posso ne trovarmi d'accordo ne provare a sostenere un punto di vista diverso, su una cosa concordo al cento per cento con te, ed e la definizione che dai di "Non è un paese per vecchi" la stessa che diedi io quando vidi il film inquadrandolo proprio come un Western contemporaneo, non solo per la sua forza e tenacia, ma anche per i suoi personaggi che troverebbero perfetta collocazione in un qualsiasi western di vecchia scuola.

Ciao alla prossima

Cinepolis ha detto...

In parte concordo anche se la noia non è un giusto parametro per giudicare della qualità di una pellicola...magari della godibilità si...ho visto film grandiosi dal punto di vista visivo ma veramente noioso (mi viene in mente Antonioni o Wenders...).
A parte questo anche io l'ho trovato in alcuni punti noioso, anche se i Coen rimangono originali e personali...
Non è un paese per vecchi è bellissimo.
Ciao, bei contenuti sul tuo blog, se ti va da un'occhiata anche al mio....

Pereira ha detto...

Il film è sicuramente di qualità come confezione e tutto, ma gli manca il pathos e l'epica stessa del genere western, per questo è noioso, nel senso che manca di mordente.
Gli autori da te citati, che sono spesso tacciati di noia, sicuramente hanno realizzato film che hanno tempi spesso dilatati, ma in essi vi si possono trovare aspetti e tracce di un discorso che comunque avvince lo spettatore al di là dei tempi narrativi o lo può allontanare.
Sono cioè opere che hanno qualcosa da comunicare e che comunque provano a dircelo, in maniera più o meno riuscita.
La noia non era da me intesa come parametro comparativo generale per valutare un film in sé.
I Coen hanno realizzato un film che non riesce a destare quell'interesse e quegli stimoli che altre loro opere invece hanno saputo regalarci o meno, a seconda delle riserve che ad essi si possono muovere.
Non so se mi sono chiarito...
Grazie per il commento. Provvederò subito a dare un'occhiata al tuo sito :-)