MR 73 è un modello di pistola in dotazione alla Polizia francese e connota immediatamente, come il precedente 36 Quai des Orfèvres (quasi più del sottotitolo italiano L'ultima missione), il contesto del racconto, immergendolo nel mondo poliziesco d'oltralpe, fotografato con una luce livida ed in certi momenti seppiata e filmato in maniera febbrile e concitata, con la m.d.p. attaccata ai corpi dei suoi protagonisti, quasi a condividerne la disperazione ed il dolore.
Marchal quale ex poliziotto conosce bene l'ambiente e si avverte lo sguardo e la compartecipazione da lui impiegate nel raccontare un mondo dolente e sporco, al pari della criminalità che i suoi protagonisti si ritrovano a combattere, e riesce a rievocare le atmosfere del migliore polar, ma questa volta sembra essere giunto ad un risultato che è la maniera di sé stesso e dispiace constatarlo, perché se nel suo precedente lavoro aveva saputo dimostrare una capacità di scrittura e di rielaborazione della materia e del genere davvero notevoli, mantenendo una tensione ed un senso d'impotenza costanti per tutto l'arco del racconto, questa volta invece si lascia trasportare eccessivamente dal suo amore per la materia, perdendosi in vari rivoli narrativi lasciati in sospeso o cadendo in rappresentazioni elementari di alcuni sottotesti, che avrebbe potuto e dovuto raccontare con maggiore attenzione.
Alla fine rimane la sensazione di un'eccessiva pesantezza fine a se stessa, in cui lo stereotipo del poliziotto disilluso, invece di assurgere a figura romantica perdente par excellence diviene un'ordinaria macchietta, nonostante un intenso ed efficace Daniele Auteuil.
Un'occasione mancata per colpa di una scrittura febbrile, che ha giocato sull'accumulazione, ma senza riuscire a dipanare adeguatamente i vari spunti che aveva da offrire, appesantendo un racconto che di partenza si pone livido e oscuro come il suo protagonista alcolizzato e al limite, seppur con delle potenzialità narrative intriganti, quali la malinconia tipica del genere unita alla disillusione del personaggio principale ed un'indagine di sapore investigativo classico, arricchita da venature moderne e crude come il neopolar sembrava averci abituato in questi ultimi felici anni.
Marchal quale ex poliziotto conosce bene l'ambiente e si avverte lo sguardo e la compartecipazione da lui impiegate nel raccontare un mondo dolente e sporco, al pari della criminalità che i suoi protagonisti si ritrovano a combattere, e riesce a rievocare le atmosfere del migliore polar, ma questa volta sembra essere giunto ad un risultato che è la maniera di sé stesso e dispiace constatarlo, perché se nel suo precedente lavoro aveva saputo dimostrare una capacità di scrittura e di rielaborazione della materia e del genere davvero notevoli, mantenendo una tensione ed un senso d'impotenza costanti per tutto l'arco del racconto, questa volta invece si lascia trasportare eccessivamente dal suo amore per la materia, perdendosi in vari rivoli narrativi lasciati in sospeso o cadendo in rappresentazioni elementari di alcuni sottotesti, che avrebbe potuto e dovuto raccontare con maggiore attenzione.
Alla fine rimane la sensazione di un'eccessiva pesantezza fine a se stessa, in cui lo stereotipo del poliziotto disilluso, invece di assurgere a figura romantica perdente par excellence diviene un'ordinaria macchietta, nonostante un intenso ed efficace Daniele Auteuil.
Un'occasione mancata per colpa di una scrittura febbrile, che ha giocato sull'accumulazione, ma senza riuscire a dipanare adeguatamente i vari spunti che aveva da offrire, appesantendo un racconto che di partenza si pone livido e oscuro come il suo protagonista alcolizzato e al limite, seppur con delle potenzialità narrative intriganti, quali la malinconia tipica del genere unita alla disillusione del personaggio principale ed un'indagine di sapore investigativo classico, arricchita da venature moderne e crude come il neopolar sembrava averci abituato in questi ultimi felici anni.
1 commento:
ehi, grazie per la visita...la penso come te..l'anno scorso ho vissuto 6 mesi in portogallo e non si stava per nulla male!!!
mi sa che quasi quasi ci penso davvero a espatriare!!!
:P
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