
Gianni Di Gregorio dimostra come una buona scrittura possa sostenere un discreto e divertente film, che in altre mani avrebbe potuto costituire la base di un cortometraggio, mentre egli riesce a trarne un lungometraggio misurato e scorrevole, dove non manca l'ironia in un ritrato fedele delle ansie e delle preoccupazioni di quei figli maschi, che avvertono il peso della responsabilità delle proprie madri sole in vacanza in città e il senso di colpa, più o meno presente in loro, di doverle abbandonare.
Di Gregorio gioca con leggerezza sull'argomento spinoso, andando ad inquadrare con semplicità situazioni e personaggi della storia, rendendo il tutto simpaticamente divertente e sdrammatizzando situazioni che nella realtà non sono così semplici come possono apparire.
Pur rimanendo in un contesto domestico e tipicamente italico, il regista-sceneggiatore riesce ad imbastire un racconto scorrevole che non si compiace troppo e non deprime o scalpita come spesso tende a fare il cinema italiano contemporaneo, spesso chiuso nelle proprie visioni del privato familiare, che ben conosciamo e che ci vengono continuamente, stancamente riproposte con esiti ben noti a tutti.
Pur rimanendo in un contesto domestico e tipicamente italico, il regista-sceneggiatore riesce ad imbastire un racconto scorrevole che non si compiace troppo e non deprime o scalpita come spesso tende a fare il cinema italiano contemporaneo, spesso chiuso nelle proprie visioni del privato familiare, che ben conosciamo e che ci vengono continuamente, stancamente riproposte con esiti ben noti a tutti.
1 commento:
ma anche tu hai un blog!!! e di cinema, una delle mie passioni!
Questo però è il primo post che trovo su un film che ho visto...mi sa che dovrò recuperare con i dvd!
buona giornata
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