06/01/10

Up

Ecco un buon esempio di come la tecnologia del 3D non è fine a se stessa e mero strumento di attrazione e presunta rinnovazione commerciale di un racconto, vedi il caso di A Christmas Carol, ma un elemento non invasivo e complementare, atto ad arricchire di sfumature visive una storia come quella propostaci dalla Pixar, che pare essere l'unica in grado di rinverdire i fasti narrativi della Disney senza una facile retorica dei sentimenti.
Up, come molti film di animazione con cui ci si ritrova a fare i conti ultimamente, è una storia che può essere apprezzata prevalentemente dagli adulti proprio in ragione di ciò che ci racconta.
Ispiratisi per la figura dell'anziano Carl a Spencer Tracy, gli autori della Pixar sono riusciti a creare un piccolo gioiellino di riflessione sul percorso dell'esistenza, sull'amore coniugale e sulla bellezza di una vita spesa insieme alla persona amata, come la più grande e vera avventura che si possa vivere al di là di ogni continente o terra inesplorata e la possibilità di riscoprire anche in tarda età nuovi spunti di vita e nuove emozioni aprendosi verso una gioventù che necessita di attenzioni e di ascolto, quale vera nuova avventura da affrontare.
Tranquilli, non vi è nulla di didascalico nel racconto propostovi dalla Pixar, anzi grazie ad esso si riscoprono piccoli piaceri e stupori che spesso paiono dimenticati e che film come questo ci ricordano essere ancora possibili per gli occhi e per l'anima, al di là di ogni impiego semplicistico del 3D per attrarre nuove frotte di spettatori verso un mondo, in cui nel buio della sala ci è ancora concesso di emozionarci e di sorridere senza timore di sentirsi stupidi.

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