Solitamente questo è un semplice blog di recensioni, ma in questa occasione ho sentito l'urgenza di fare uno strappo alla regola, perché una volta tanto il mio snobismo cinefilo ha trovato incredibilmente un sostegno e una conferma negli Oscar di quest'anno.
Vedere la Bigelow trionfare con il suo The Hurt Locker nei confronti dell'ex marito è una vittoria che ha il sapore della vendetta servita fredda contro questo apparentemente nuovo cinema, che ci viene servito come la panacea alla crisi di un'arte che seppur giovane lamenta difficoltà continue e disaffezione verso di essa per colpa della rete, della pirateria e dell'home video come forma di fruizione ormai imperante del medium stesso o di qualsiasi altra causa che si voglia trovare.
Ebbene il 3D ha perso contro il 2D, ma in realtà ha perso un tipo di impiego del 3D fine a se stesso quale semplice fantasmagoria degli occhi e della visione che in sé non è un male, perché sicuramente si possono realizzare nuovi mondi in cui lasciarci trasportare e continuare a sognare, ma il cinema può farci sognare anche con molto meno, ci aiuta in questa attività e a riflettere se vi sono delle storie che sostengono quei mondi di cartapesta o virtuali che siano.
Avatar, da quello che si evince dalle recensioni intellettualmente più oneste, come storia in sé non aggiunge nulla di nuovo e neppure spicca per originalità e forza narrativa tale da inchiodarti alla poltrona, anzi dopo un po' ti viene anche a noia, nonostante la bellezza delle immagini che ti avvolgono, almeno così credo e deduco, perché sinceramente non l'ho visto, non mi interessava.
Ok, mi si dirà che critico per partito preso, ebbene, penso una volta tanto presuntuosamente di poter dire che forse l'intuito non m'inganna e quanto detto sopra si può perfettamente adattare a questo ultimo lavoro di Cameron e la premiazione agli Oscar mi aiuta a sostenere questa mia tesi.
Invece, il 3D che conta, quello che ha saputo fregiarsi di un Oscar è proprio quello che una storia di fondo ce l'aveva eccome e che con la sua animazione ha saputo fare breccia nel cuore di molti spettatori e critici e mi riferisco ad Up della Pixar. Quindi, il 3D non è un male, se utilizzato in maniera adeguata ed intelligente come ogni effetto speciale che si rispetti.
Grazie allora alla giuria che ha saputo riconoscere il valore di una donna che sa il fatto suo nell'ambito cinematografico, che ha portato sulla scena una storia scomoda e una realtà che forse la nuova politica americana non finge più di disconoscere. Chissà, forse sarà un modo per tenere a bada l'animo dei pacifisti o forse una conferma di come sia necessario e possibile cambiare qualcosa.
La vittoria del film della Bigelow non deve essere vista come una vittoria di "cinema retrogrado" versus "cinema del futuro", perché il cinema è sempre se stesso ed è cinema quando ha qualcosa da raccontare e non mi stancherò mai di dirlo, quindi stavolta a Cameron non gli è riuscito il giochetto di rifilare agli Oscar una storia che vacilla per dare sfogo alle sue visioni e portarsi a casa quante più statuette possibili. Ci sono eccome registi visionari che hanno saputo ammaliarci e stupirci, ma almeno hanno anche delle sovrastrutture su cui poggiare le storie da loro stessi rappresentate per immagini.
Un ultimo sassolino me lo devo togliere invece nei confronti dei giornalisti di spettacolo nostrani, che alla solita maniera patriottica di facciata e decisamente provinciale si sono ricordati di categorie che solitamente agli Oscar non considera nessuno, ma se vinte da Italiani emigrati allora divengono nuovamente importanti e sembrano avere il valore di una rivalsa per quella mancata candidatura per un film trappola come Baaria, cui stavolta l'Academy ha saputo giustamente dire NO, mentre poi si dimenticano o si lasciano in sordina premi di rilievo come quello a Christoph Waltz quale migliore attore non protagonista in un film grandioso come Inglorious Basterds, interprete magistrale che sinora non sembrava aver goduto di molta considerazione nel mondo del cinema che conta, ma che grazie ad un uomo come Tarantino è riuscito ad avere il suo riscatto, non altrettanto agli occhi dei nostri giornalisti tv, i quali gongoleranno per qualche giorno se non per qualche ora per la vittoria italiana, salvo poi dimenticarsi e dimenticarci degli appena premiati artisti "nostrani", per poi forse riesumarne il nome alla prossima cerimonia. Good Night and Good Luck...
Vedere la Bigelow trionfare con il suo The Hurt Locker nei confronti dell'ex marito è una vittoria che ha il sapore della vendetta servita fredda contro questo apparentemente nuovo cinema, che ci viene servito come la panacea alla crisi di un'arte che seppur giovane lamenta difficoltà continue e disaffezione verso di essa per colpa della rete, della pirateria e dell'home video come forma di fruizione ormai imperante del medium stesso o di qualsiasi altra causa che si voglia trovare.
Ebbene il 3D ha perso contro il 2D, ma in realtà ha perso un tipo di impiego del 3D fine a se stesso quale semplice fantasmagoria degli occhi e della visione che in sé non è un male, perché sicuramente si possono realizzare nuovi mondi in cui lasciarci trasportare e continuare a sognare, ma il cinema può farci sognare anche con molto meno, ci aiuta in questa attività e a riflettere se vi sono delle storie che sostengono quei mondi di cartapesta o virtuali che siano.
Avatar, da quello che si evince dalle recensioni intellettualmente più oneste, come storia in sé non aggiunge nulla di nuovo e neppure spicca per originalità e forza narrativa tale da inchiodarti alla poltrona, anzi dopo un po' ti viene anche a noia, nonostante la bellezza delle immagini che ti avvolgono, almeno così credo e deduco, perché sinceramente non l'ho visto, non mi interessava.
Ok, mi si dirà che critico per partito preso, ebbene, penso una volta tanto presuntuosamente di poter dire che forse l'intuito non m'inganna e quanto detto sopra si può perfettamente adattare a questo ultimo lavoro di Cameron e la premiazione agli Oscar mi aiuta a sostenere questa mia tesi.
Invece, il 3D che conta, quello che ha saputo fregiarsi di un Oscar è proprio quello che una storia di fondo ce l'aveva eccome e che con la sua animazione ha saputo fare breccia nel cuore di molti spettatori e critici e mi riferisco ad Up della Pixar. Quindi, il 3D non è un male, se utilizzato in maniera adeguata ed intelligente come ogni effetto speciale che si rispetti.
Grazie allora alla giuria che ha saputo riconoscere il valore di una donna che sa il fatto suo nell'ambito cinematografico, che ha portato sulla scena una storia scomoda e una realtà che forse la nuova politica americana non finge più di disconoscere. Chissà, forse sarà un modo per tenere a bada l'animo dei pacifisti o forse una conferma di come sia necessario e possibile cambiare qualcosa.
La vittoria del film della Bigelow non deve essere vista come una vittoria di "cinema retrogrado" versus "cinema del futuro", perché il cinema è sempre se stesso ed è cinema quando ha qualcosa da raccontare e non mi stancherò mai di dirlo, quindi stavolta a Cameron non gli è riuscito il giochetto di rifilare agli Oscar una storia che vacilla per dare sfogo alle sue visioni e portarsi a casa quante più statuette possibili. Ci sono eccome registi visionari che hanno saputo ammaliarci e stupirci, ma almeno hanno anche delle sovrastrutture su cui poggiare le storie da loro stessi rappresentate per immagini.
Un ultimo sassolino me lo devo togliere invece nei confronti dei giornalisti di spettacolo nostrani, che alla solita maniera patriottica di facciata e decisamente provinciale si sono ricordati di categorie che solitamente agli Oscar non considera nessuno, ma se vinte da Italiani emigrati allora divengono nuovamente importanti e sembrano avere il valore di una rivalsa per quella mancata candidatura per un film trappola come Baaria, cui stavolta l'Academy ha saputo giustamente dire NO, mentre poi si dimenticano o si lasciano in sordina premi di rilievo come quello a Christoph Waltz quale migliore attore non protagonista in un film grandioso come Inglorious Basterds, interprete magistrale che sinora non sembrava aver goduto di molta considerazione nel mondo del cinema che conta, ma che grazie ad un uomo come Tarantino è riuscito ad avere il suo riscatto, non altrettanto agli occhi dei nostri giornalisti tv, i quali gongoleranno per qualche giorno se non per qualche ora per la vittoria italiana, salvo poi dimenticarsi e dimenticarci degli appena premiati artisti "nostrani", per poi forse riesumarne il nome alla prossima cerimonia. Good Night and Good Luck...
6 commenti:
Ogni tanto accade qualcosa di buono!... Concordo sulla questione del 3D e compagnia bella (anche se non ho visto Up che tu salvi). Tra l'altro sono andata a vedere Alice e credo di aver buttato 10 euro come non mai!
In Up il 3D non è smaccato come in altri casi o fine a se stesso, restituisce solo una maggiore profondità di campo, non è qualcosa che si sostituisce al racconto, per questo l'ho apprezzato il 3D.
Per quanto riguarda Alice sono scettico, perché dai commenti di alcuni miei amici di "critica" ne ho tratto l'impressione che non sia nulla di speciale e non a caso è prodotto Disney, quindi addomesticato nella resa della storia... peccato un'occasione persa per Burton a quanto pare, ma se lo vedrò ti saprò dire... :-)
dovrebbero mettere il tasto "mi piace" anche su blogger.
effettivamente... ;-) grazie per aver apprezzato...
Che donna la Bigelow e il film è stupendissimo!!! A morte il 3D!!!
3D PRRRRRRRRRRR...
Posta un commento